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Luca Rizzotti
Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione.
Affinché la frase di Hugo abbia oggi ancora senso, dobbiamo far di tutto per riconsegnare alla scuola e ai suoi docenti quella dignità sociale smarrita nel tempo, ricominciando da un rapporto diverso fra famiglie e insegnanti. Così, se da una parte occorre che i genitori riconoscano il ruolo di professori e maestri senza indulgere nei giustificativi coi propri figli, dall’altra occorre che gli stessi insegnanti recuperino quella funzione da loro sempre esercitata; non quella di semplici burocrati dell’insegnamento, ma di educatori civili tout court, con tutta la fatica che ciò comporti.
Trasformare i ragazzi, con tutte le loro irrequietezze, in cittadini consci della norma e dell’educazione civica, è un miracolo che solo la scuola può compiere. FENSTUDIUM è a disposizione di studenti, insegnanti, genitori, ma anche di imprese dedicate all'alternanza scuola-lavoro, per provare a cercare assieme una strada verso la consapevolezza dell'importanza dello studio, della lettura e della scrittura.
Apriamo scuole, chiudiamo prigioni.
Nel 1848, alcuni anni dopo essere stato nominato pari di Francia dal re Luigi Filippo d’Orleans, Victor Hugo divenne deputato dell’Assemblea costituente. È in questa veste che, il 15 gennaio 1850, tenne un Discorso sulla libertà e la laicità dell'insegnamento schierandosi contro il partito cattolico, maggioritario nell’Assemblea. I temi della libertà e della laicità dell’insegnamento e liberazione dalla miseria e della costruzione di un mondo migliore si svilupparono in passi molto belli ed appassionati. Sono passati da allora poco meno di duecento anni, eppure ancora oggi quelle del letterato francese restano parole di grande attualità. In particolar modo, quelle della epigrafe di cui ci occupiamo. Solo la conoscenza e l'istruzione, infatti, possono per prime distogliere dal reato e, di conseguenza, dall'imprigionamento, oggi come allora. Un cittadino che venga coscientemente istruito, in primis dalla norma non giuridica, (impartire la quale è compito che spetta alla famiglia e agli eventuali precettori sociali) e in secondo luogo dall'istituzione scolastica, può procedere a barra dritta verso la sua realizzazione di uomo e di cittadino. Conscio che la violazione della norma, questa volta giuridica, apre per lui, non solo le porte dell'eventuale incarcerazione, ma anche dall'esclusione sociale.
Luca Rizzotti, FENSTUDIUM